Teatro San Carlo: “La Dame aux camélias” di Derek Deane

“Ho avuto per te tanto amore quanto può contenerne e darne il cuore di una donna” così scriveva Marguerite al suo Armand, a poche ore dalla morte. La loro è una delle storie d’amore più intense e struggenti che abbiano attraversato il mondo dell’arte: dal teatro al cinema, dall’opera lirica alla danza. Scritta da Alexandre Dumas (figlio) quando aveva ventitré anni – e ispirata alla vera storia d’amore dell’autore francese per la cortigiana Marie Duplessis, morta giovanissima in completa solitudine – la tragica vicenda di Marguerite Gautier e Armand Duval fu pubblicata nel 1848 col titolo La Signora delle camelie. Il successo straordinario che ebbe il romanzo puntò l’accento, in un clima di perbenismo della borghesia ottocentesca, sul triste destino delle donne belle ma prive di mezzi che entravano nella società del lusso e del piacere con la qualifica di ‘mantenute’. E Marguerite era la più bella di tutte, la più desiderata, una che si ribellava alle regole del gioco, che seguiva le intermittenze del cuore, che ignorava gli ammiratori ricchi e stupidi per inseguire l’amore vero. Un’eroina non convenzionale che impersonava l’antico dilemma tra peccato e redenzione. Il messaggio di Alexandre Dumas appare chiaro: il sacrificio può salvare l’anima di una peccatrice. Marguerite ha la forza di rinunciare alla sua felicità per non compromettere la reputazione del suo amato, va contro se stessa per non rovinare la vita di Armand. Una storia d’amore e di passione, talmente forte e tormentata da risultare impossibile. Malata di tubercolosi, Marguerite morirà giovanissima, e sola.

La versione coreografica presentata in prima nazionale al Teatro San Carlo, vanta la firma di Derek Deane, uno dei grandi personaggi che animano la scena internazionale della danza, che ha lavorato con i più grandi nomi – basti pensare a Rudolf Nureyev, Carla Fracci, Elisabetta Terabust – nel segno di una qualità immensa. Costruito come un film in bianco e nero il balletto, andato in scena per la prima volta a Zagabria nel 2011, è stato completamente rinnovato e adattato alla compagnia napoletana diretta con grande forza da Giuseppe Picone. Con un linguaggio coreografico assolutamente classico, Derek Deane ha saputo creare una lunga sequenza di scene perfettamente collegate tra loro, sottolineando la bellezza e la fluidità della danza, che, grazie all’esperienza e al talento che gli sono propri, descrive perfettamente l’azione scenica con il dono della narrazione. I meravigliosi costumi dell’allestimento del Teatro San Carlo abbagliano per raffinatezza ed eleganza, in un contesto scenico che vede la punta più alta nel secondo atto in cui il vortice della storia si lega perfettamente alla scena danzata, amplificata dall’uso di un grande specchio che riflette l’azione performativa. La musica, composta per l’occasione da Carl Davis – autore tra l’altro della colonna sonora del film La donna del tenente francese – e diretta dal maestro Nicola Giuliani, è molto descrittiva ed avvolgente anche se in un paio di momenti (nella scena della campagna e nella scena finale del salotto) sembra distaccarsi per brevi attimi dall’atmosfera creata. Protagonista assoluta la giovanissima ballerina russa – diplomata all’Accademia Vaganova di San Pietroburgo – Maria Yakovleva (nella foto di Francesco Squeglia), con una carriera in continua ascesa. Il motivo c’è: è una vera artista perché oltre ad un corpo dotato e forgiato nelle migliori linee accademiche, forte e precisa nella tecnica, elegante nel portamento e sempre presente a se stessa, è una che danza col cuore e per tutta la durata del balletto è costantemente in scena riuscendo a coinvolgere lo spettatore nei risvolti più intimi della vicenda drammatica. Accanto a lei Alessandro Staiano, solista del Teatro San Carlo, bello e bravo, ha interpretato il ruolo di Armand con la passione che lo contraddistingue, in un crescendo di evoluzioni tecniche senza tralasciare il coinvolgimento emotivo in cui dà prova, ogni volta, di crescente maturità. Il difficile ruolo di Germont, austero padre di Armand, aveva il volto di Edmondo Tucci, primo ballerino del Teatro San Carlo. Tutta la compagnia ha lavorato con grande entusiasmo e precisione nell’esecuzione, curando le scene di insieme in cui spicca Claudia D’Antonio (nel ruolo di Olympe), per l’eleganza e la sicurezza della sua danza.

Elisabetta Testa

 

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