Teatro San Carlo: splendido “Romeo e Giulietta” con Luisa Ieluzzi e Alessandro Staiano nominati étoiles

Un boato di applausi a scena aperta ha accolto la nomina di Luisa Ieluzzi e Alessandro Staiano (nella foto di Luciano Romano) ad étoiles del Teatro San Carlo – il ‘loro’ teatro – al termine della prima rappresentazione del balletto Romeo e Giulietta di Profof’ev, spettacolo magnifico, di rara eleganza.

A dare l’annuncio, con tutta la compagnia schierata, il Sovrintendente Lissner accanto a Clotilde Vayer, direttrice del Corpo di Ballo napoletano. Allievi fin da piccoli della Scuola di Ballo del Teatro San Carlo, diretta all’epoca dalla Signora Anna Razzi, per anni Luisa e Alessandro hanno ricoperto i ruoli da protagonisti in tutte le produzioni, un riconoscimento dunque molto desiderato/sognato/atteso e che finalmente è arrivato. Nel pieno della sua carriera artistica, Luisa Ieluzzi ha dimostrato una grande versatilità passando da ruoli del grande repertorio classico (uno fra tutti quello di Odette/Odile nel Lago dei cigni in cui ha incantato tutti con la sua sensibilità) a quelli neoclassici (l’ultimo in ordine di tempo Concerto di MacMillan).

Bella da morire, brava, pulita tecnicamente, sicura di sé in scena, forte di tanto e tanto lavoro costruito giorno per giorno, nel ruolo di Giulietta ha sfoderato ancora una volta tutta la sua naturalezza, per uno dei personaggi più difficili da interpretare nel passaggio dall’adolescenza alla maturità con consapevolezza e profonda interiorità. Accanto a lei, Alessandro Staiano è stato un Romeo avvincente e passionale, di forte tecnica (salvo qualche trascurabile dettaglio) ed espressività, dimostrando una bella capacità empatica che ha creato la giusta intesa di coppia. La musica di Prokof’ev è tanto potente – la Danza dei cavalieri è una pietra miliare che non accenna a diminuire il suo fascino – quanto struggente nei meravigliosi passi a due: quello del balcone e quello nella camera da letto) che suggellano i momenti clou del balletto.

La versione coreografica di Kenneth MacMillan, uno dei coreografi più importanti del Novecento, fu creata nel 1965 per il Royal Ballet, interpreti d’eccezione Rudolf Nureyev e Margot Fonteyn, e per la prima volta il coreografo inglese firmava un’opera completa. A dispetto dei ruoli ‘ingessati’ e statici di principi e principesse delle favole, qui va in scena il dramma dei sentimenti che scuotono il mondo, amore e morte sono avvinghiati e creano un indiscutibile quanto efficace pathos.

Tutto il balletto si può sintetizzare con le parole di Nureyev:”Romeo e Giulietta? Una corsa verso la morte”. Ripresa con grande cura nei minimi dettagli da Julie Lincoln e Robert Tewsley, già splendido ballerino, la coreografia ha visto la partecipazione di tutta la compagnia in gran forma: perfetto nel ruolo di Mercuzio il bravissimo Carlo De Martino, beffardo e indiavolato nel fuoco di fila della sua tecnica veloce e sorprendente, sempre all’altezza delle aspettative. Di grande impatto le scene dei duelli, che si avvalgono del maestro d’armi Renzo Musumeci Greco, e letteralmente sontuose le scene e i costumi di Paul Andrews – l’intera produzione di Romeo e Giulietta è del Birmingham Royal Ballet.

Il direttore d’orchestra Vello Pähn ha saputo sottolineare ogni momento in cui musica e danza si sovrappongono perfettamente, creando un vero e proprio incanto. Daniele di Donato, come da copione, ha interpretato lo sfortunato Paride, promesso sposo non voluto da Giulietta mentre, incisivo come sempre nei ruoli fortemente caratterizzati, Ertugrel Gjoni ha lasciato il segno nei panni di Tebaldo. Protagonisti degli altri cast, in scena fino a sabato 28 maggio, Anna Chiara Amirante e Claudia D’Antonio con Stanislao Capissi e Danilo Notaro.

La storia d’amore più celebre al mondo, scritta da William Shakespeare tra il 1594 e il 1596, continua inarrestabile a far battere i nostri cuori.

Elisabetta Testa

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