Teatro San Carlo: grande successo per “Romeo e Giulietta”

“Una corsa verso la morte”. Così l’indimenticabile Rudolf Nureyev sintetizzava la vicenda di Romeo e Giulietta, struggente, drammatica, unica: la storia d’amore più famosa al mondo.

Scritta da quel gran genio di William Shakespeare (ammesso che sia stato proprio lui…ma questa è un’altra storia…) tra il 1594 e il 1596, era naturale che si propagasse dalla letteratura al teatro, dalla musica al cinema fino alla danza: la narrazione dello scontro atavico tra due nobili famiglie, i Montecchi e i Capuleti, è un potente groviglio di sentimenti in una Verona raffinata ed elegante del 1300.

Il balletto Romeo e Giulietta di sir Kenneth MacMillan, creato nel 1965, andò in scena con due diamanti puri della danza: Rudolf Nureyev e Margot Fonteyn (anche se non fu creato appositamente per loro).  Per la prima volta il coreografo scozzese firmava un’opera completa che irruppe sul palcoscenico della danza rappresentando il dramma dei sentimenti che scuotono il mondo. Lontano da ruoli ingessati e statici di principi e principesse delle favole, in Romeo e Giulietta amore e morte sono avvinghiati e creano un indiscutibile quanto efficace pathos. La musica di Sergej Prokof’ev, (diretta con forza da Paul Connelly) è tanto potente – la Danza dei Cavalieri è una pietra miliare che non accenna a diminuire il suo fascino – quanto struggente nei meravigliosi passi a due: quello del balcone e quello nella camera da letto, che suggellano i momenti clou del balletto.

La versione di MacMillan, ripresa al Teatro San Carlo da Robert Tewsley – già splendido ballerino – è una produzione del Birmingham Royal Ballet e si avvale di scene e costumi sontuosi firmati da Paul Andrews che ben rappresentano lo sfarzo, la ricchezza, il potere.

Splendida Claudia D’Antonio nel difficilissimo ruolo di Giulietta. Forte di una tecnica cristallina, con linee infinite e precisione incredibile (frutto di un grande lavoro stratificato negli anni) mette in scena tutta la sua sicurezza. Padrona di sé in ogni minimo dettaglio, vibratile, danza con la gioia nel cuore, passando dall’ingenuità alla consapevolezza più matura del personaggio, man mano che il dramma prende forma. Accanto a lei Danilo Notaro è un Romeo emotivo e coinvolgente, con belle linee e una profonda interiorità. Entrambi allievi della Scuola di Ballo diretta da Anna Razzi, ricoprono oggi il ruolo di étoiles del teatro (nella foto di Luciano Romano).

Ha lasciato il segno la forte presenza scenica di Raffaele Vasto nel ruolo dell’irascibile Tebaldo, cugino di Giulietta, mentre il Mercuzio di Salvatore Manzo, seppur bravo tecnicamente, si è rivelato non proprio convintamente beffardo. Ruolo scomodo quello di Paride, promesso sposo di Giulietta e perennemente respinto, interpretato da Daniele di Donato. Tutta la compagnia, diretta da Clotilde Vayer ha lavorato bene, con l’entusiasmo e la passione di sempre. Tra le movimentate scene d’insieme, nella piazza, spiccano i duelli avvincenti che si avvalgono del prezioso insegnamento del maestro d’armi Renzo Musumeci Greco.

È sempre bello vedere il Teatro San Carlo gremito di pubblico, con un’ampia percentuale di turisti provenienti da tutte le parti del mondo! Al termine dello spettacolo applausi scroscianti e meritati per tutta la compagnia, in scena fino a domenica 5 maggio con uno dei titoli più amati del repertorio classico.

Negli altri cast si alterneranno: Martina Affaticato e Vittoria Bruno nel ruolo di Giulietta; Alessandro Staiano, Daniele di Donato e Stanislao Capissi in quello di Romeo.

La storia della passione di due ragazzi giovanissimi che il mondo adulto – accecato dalla sete di potere e dall’odio – non riesce ad ascoltare, continua inarrestabile a far battere i nostri cuori.

Elisabetta Testa

 

 

 

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