Teatro Bellini di Napoli: Bellini International Dance Gala

C’era una grande attesa per la serata di gala dedicata alla danza al Teatro Bellini. In scena tredici ballerini provenienti da tutto il mondo, con Lucia Lacarra e Marlon Dino nel ruolo delle stelle più luminose. Il “Bellini International Dance Gala” è un progetto curato da Manuela Barbato ed Emma Cianchi in collaborazione con Giuseppe Canale, ballerino della West Australian Dance Company, e, pur lodando l’impegno e la buona volontà di organizzare un evento di danza a Napoli, qualcosa forse non ha funzionato perfettamente. Un’ora e dieci di spettacolo (con qualche minuto di troppo nel buio tra un’esecuzione e l’altra) – coprodotto dalla Fondazione Teatro di Napoli, Teatro Bellini, MaBa Art e Artgarage – per mettere insieme brani tratti dal repertorio classico e altre creazioni contemporanee. Il programma di sala purtroppo non ha evidenziato una scaletta precisa con i titoli delle coreografie, quindi, al di là dei brani di repertorio ben noti, non è dato saperne di più. Splendida Lucia Lacarra che, col compagno di scena e di vita Marlon Dino, ha interpretato l’adagio del cigno bianco in maniera sublime. Magrissima, con linee infinite che allargano lo spazio scenico, ha dato prova di una struggente interiorità oltre ad una tecnica che definire cristallina è poco. Purtroppo non si è vista in nessun caso l’esecuzione degli uomini, nelle variazioni maschili, neanche nel caso di Vadim Muntagirov, meraviglioso ballerino del Royal Ballet, uno che danza con l’anima, che ha ‘soltanto’ accompagnato Daria Klimentova – per la prima volta a Napoli – corretta e vivace nel passo a due da Le Corsaire. Ada Gonzales ha danzato l’adagio del secondo atto di Giselle, con poca partecipazione interiore, accanto a Doychin Dochev, altissimo, anche lui utilizzato solo come porteur.

Yuya Omaki, giapponese, ha sfidato la forza di gravità con grandi salti e tanti giri nella variazione di Diana e Atteone e in un assolo da cosacco, puntando sul virtuosismo più sfrenato che ha raccolto fragorosi applausi da parte del pubblico.

Alessandro Staiano e Annachiara Amirante, entrambi elementi di punta del Teatro San Carlo dotati di bellezza e capacità tecnica, hanno danzato con grande feeling una coreografia creata apposta per questo evento da Edmondo Tucci, primo ballerino del lirico napoletano. Fluida, disarticolata, intensa, ben rappresentata, con eleganza, grinta e forte presenza scenica. Sasha Riva e Simone Repele, entrambi al Grand Théâtre de Genève sono stati una bellissima rivelazione. Bei corpi, belle linee, lavoro profondo e strutturato (forse un po’ troppo lungo per un gala) in cui l’aspetto emotivo ha avuto certamente il suo peso. Noam Ephron e Eldar Elgrably hanno portato in scena un passo a due tribale, primitivo e un solo, tratti da Neverland del coreografo Tamir Ginz, con una bella energia.

Prima del gran finale che ha riunito tutti gli artisti in palcoscenico, Lucia Lacarra (da poco nominata direttore artistico del Victor Ullate Ballet) e Marlon Dino hanno concluso la serata con un passo a due di contemporaneo dal titolo Spiral Pass creato da Russel Maliphant, un intreccio di corpi che, vista l’esilità della ballerina spagnola, flessibile come un giunco, non fa fatica a svilupparsi nel movimento continuo.

Elisabetta Testa

 

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