Teatro alla Scala – Spettacolo della Scuola di Ballo, "bellezza e rigore impeccabile"

Un grande faro di luce illumina il mondo della danza in Italia e non solo: la Scuola di Ballo del Teatro alla Scala. Fondata nel 1813 e guidata negli anni da maestri eccellenti a partire da Carlo Blasis – napoletano e padre della tecnica del balletto – Enrico Cecchetti, “il maestro dei maestri” fino al lungo regno di Anna Maria Prina, è diretta da dieci anni da Frédéric Olivieri. Concreto e determinato nel lavoro, attento ed instancabile nel divulgare l’arte della danza, Frédéric Olivieri – una lunga carriera densa di esperienza alle spalle – merita grandi lodi.A trionfare non è stata soltanto la qualità di lavoro ma il rigore, la pulizia, l’energia, lo sfoggio di una tecnica limpida unita ad una cura dettagliata nello stile, in ogni passaggio proposto.Elementi essenziali che dovrebbero essere alla base di qualunque scuola, per non parlare delle compagnie, ma che oggi purtroppo non è facile da trovare.A parte il talento, quello fisico, di cui la danza ormai non può più fare a meno, colpisce la serietà di lavoro di ogni singolo allievo, dal più piccolo al più grande, che a pochi secondi dall’apertura del sipario si manifesta in maniera assolutamente professionale.Accolto da boati di applausi, il direttore d’orchestra David Coleman – per molti anni e in numerose occasioni ha lavorato con Rudolf Nureyev – ha sottolineato con la forza della musica, la bellezza della danza. Una danza che ha avuto la capacità, in poco meno di due ore di spettacolo, di emozionare sensibilmente.La presentazione iniziale, quindici minuti di esplosione pura sulla partitura di Carl Czerny ideata da Frédéric Olivieri, ha messo in luce tutta la scuola, dalle prime legazioni fino al virtuosismo più sfrenato in un crescendo coinvolgente che ha scatenato consensi più che evidenti.Subito dopo “La luna”, una coreografia di Maurice Béjart sulla musica di Johann Sebastian Bach -creata per Luciana Savignano nel 1976 e interpretata anche da Sylvie Guillem –  ha lasciato spazio alla magia di una giovane neo diplomata, Martina Dalla Mora, che ha convinto proprio tutti.A parte la bellezza abbagliante di un corpo elastico come un giunco, dalle linee infinite e dalle proporzioni perfette, ha luccicato nel languore tutto femminile di una luna che tante notti si affaccia sul mondo, attirando i nostri sguardi sognanti evocando pensieri, passioni, ricordi, speranze, interrogativi, romanticherie di ogni sorta. Non una sbavatura, non una imperfezione in un momento di atmosfera rarefatta. A conclusione del primo tempo “Un ballo” di Jiří Kylián, coreografo geniale del nostro secolo, dall’intuito teatrale fuori dal comune. Sette coppie di danzatori sullo sfondo di una scenografia mozzafiato, semplice ma di effetto, composta da file di candele accese, hanno creato delle sequenze senza soluzione di continuità, alla ricerca della bellezza nel movimento. L’interiorità di ogni singolo artista si è sprigionata nella fluidità di passi concatenati fra loro come anelli di una lunga ed infinita trama in uno spazio scenico che sembrava allargarsi ed estendersi continuamente.Benedetta Montefiore (ottavo corso) e Gabriele Consoli (settimo corso) hanno reso brillante e coinvolgente la celebre “Tarantella” di George Balanchine, a dir poco impervia per le innumerevoli difficoltà unite ad una velocità supersonica, sulla musica di Louis Moreau Gottschalk. Dieci minuti di coreografia travolgente che rappresenta un punto di arrivo nella carriera di un professionista.Gran finale con “Theme and Variations” (nella foto di Benedetta Folena) altro capolavoro di Mister B. definito non a caso “l’architetto della danza” per la sua capacità di unire musica, disegno geometrico e danza all’ennesima potenza.Il corpo di ballo composto dagli allievi dei corsi superiori ha interagito perfettamente con i protagonisti: Caterina Bianchi (settimo corso) e Fabio Rinieri (ottavo corso) che hanno sfoggiato presenza scenica e sicurezza nell’esecuzione, oltre che eleganza e raffinatezza in ogni passaggio, a partire dai costumi, a dir poco sfavillanti.Lunghi applausi a scena aperta hanno sottolineato la qualità impeccabile degli allievi della Scuola di Ballo che replicheranno lo spettacolo lunedì 13 giugno, sempre al Teatro alla Scala.Un elogio particolare va ai maestri che meritano di essere citati tutti per l’impegno profuso in una professione sempre più difficile che punta ad insegnare ai giovani allievi non solo l’esecuzione tecnica ma il rigore dell’arte, quella della danza, che non regala niente a nessuno: Loretta Alexandrescu, Vera Karpenko, Leonid Nikonov, Tatiana Nikonova, Gianpaolo Podini, Elisa Scala, Emanuela Tagliavia, Maurizio Vanadia (vice direttore della scuola) e Paola Vismara.Elisabetta Testa

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