Tanti auguri Carla!

Unica. Irraggiungibile. La sua arte sublime ha segnato in maniera indelebile il mondo della danza. Artista immensa, con la capacità rarissima di “essere” il personaggio, oltre ad interpretarlo in maniera superlativa, Carla Fracci è l’icona della danza italiana nel mondo. Ma anche una tra le più grandi ballerine del ventesimo secolo. Considerata l’erede di Maria Taglioni per la perfezione stilistica, la delicatezza, l’espressività toccante, la grazia infinita, le lunghe braccia eteree, la tecnica cristallina con cui ha portato in scena, nella sua interminabile carriera, balletti come La Sylphide o Giselle, Carla Fracci somma un numero impressionante di ruoli, diversissimi tra loro, che hanno consacrato la sua versatilità, e longevità, artistica. Definita da Clive Barnes, autorevole critico del New York Times, «la Duse della danza» per la sua inarrivabile interpretazione del ruolo di Giulietta, nel celebre balletto Romeo e Giulietta di Sergej Prokof’ev, è stata paragonata a Sarah Bernhardt, insuperabile attrice francese, per la sua interpretazione del ruolo di Lizzie Borden nel balletto Fall River Legend di Agnes De Mille.

Cavaliere, Commendatore, Grande Ufficiale e Dama di Gran Croce dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana ha ricevuto la medaglia d’oro conferita ai benemeriti della cultura e dell’arte. Ha incontrato, conosciuto, frequentato i personaggi più significativi del Novecento tra cui: Charlie Chaplin, la regina Elisabetta d’Inghilterra, Federico Fellini, Margherita Hack, Rita Levi Montalcini, ha ispirato poesie a Eugenio Montale e Alda Merini, è stata ritratta da Renato Guttuso e Mario Donizetti e scolpita da Mario Messina, è stata amica di Eduardo De Filippo che nel 1978 l’ha voluta accanto a sé come Filumena Marturano danzante, nel grande omaggio a lui dedicato, al Teatro Tenda di Roma. Ha lavorato con i registi Franco Zeffirelli e Renato Castellani, e con i più grandi coreografi del suo tempo tra cui: George Balanchine, Frederick Ashton, John Cranko, Maurice Béjart, Antony Tudor, Roland Petit e Glen Tetley.

È la ballerina, al mondo, che ha danzato il più gran numero di balletti. Circa cinquecento titoli che sommano quelli del grande repertorio classico: La Sylphide, Giselle, Lo Schiaccianoci, La Bella addormentata, Il Lago dei cigni, Raymonda, Excelsior, Romeo e Giulietta, Cenerentola… al numero più alto di creazioni a lei ispirate, in gran parte scritte e dirette dal regista Beppe Menegatti, suo marito: Splendori e miserie, Sogno romantico, Nižinskij, Cocteau Opium, Ricordo di Isadora Duncan, Zelda Fitzgerald, La Muta di Portici, Ifigenia, Fedra, Coco Chanel, Eleonora Duse, Maria Stuarda, Souvenir di Giulietta, Mirandolina, La Signora delle camelie, Filumena Marturano... Tantissimi i partners che si sono avvicendati al suo fianco, a partire dal prediletto Erik Bruhn (con il quale ha formato “l’altra coppia”, in antitesi a quella di Margot Fonteyn e Rudolf Nureyev) e proseguendo con Vladimir Vasil’ev, Michail Baryšnikov, Fernando Bujones, Patrick Dupond, Richard Cragun, Paolo Bortoluzzi, Gheorghe Iancu, Paul Chalmer, Charles Jude, Eric Vu An, Julio Bocca, Roberto Bolle, Massimo Murru e tanti altri. Tra tutti spicca il nome di Rudolf Nureyev, con il quale Carla Fracci ha ballato innumerevoli volte scatenando l’entusiasmo del pubblico che andava letteralmente in visibilio tra applausi scroscianti e interminabili, con tanto di file infinite per avere l’autografo.

Elisabetta Testa

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