Il Teatro San Carlo compie 285 anni

Il Teatro San Carlo di Napoli compie duecentottantacinque anni ed è più smagliante e vitale che mai. Anche se nel corso della sua lunga storia teatrale non ha mai avuto vita tranquilla, proprio come la sua città, alla quale è legato da vincoli profondi, tanto da non essere rimasto escluso dagli avvenimenti cittadini, sia storici che sociali.

Costruito a tambur battente, nel 1737, quarant’anni prima del Teatro alla Scala di Milano e cinquantacinque anni prima del Teatro La Fenice di Venezia, per volontà di Carlo III di Borbone che lo inaugurò il giorno del suo onomastico (il 4 novembre), il Teatro San Carlo ha totalizzato nel mondo migliaia di iperboli e di consensi, dedicati alla sua ineguagliabile bellezza architettonica ed ai segnali creativi della grande musica.

Detiene molti primati: include nella sua struttura la Scuola di ballo più antica d’Italia, fondata nel 1812; ha realizzato le prime rappresentazioni di opere importanti; ha dato il via all’Opera Buffa ed ha divulgato l’opera lirica; ha ospitato i più illustri musicisti, cantanti, ballerini, scenografi e registi della storia del teatro. Se per gli stranieri l’Italia ha sempre profumato di opera e di bel canto, gran parte del merito è anche del Teatro San Carlo. Nel corso della sua lunga vita ha avuto storici entusiasti e spettatori convinti.

Tra i tanti Lady Morgan, viaggiatrice inglese, un entusiasmo che non conosce limiti, che descrive:” Il Teatro San Carlo è superiore a qualsiasi teatro del mondo per l’architettura, gli ornati, l’acustica, i cantanti, le masse corali e le scenografie…”; nel 1819 giunto a Napoli con l’imperatore Francesco, il principe Metternich testimonia:” Ho veduto la sala in tutti i suoi particolari. E’ indiscutibilmente la più bella di tutta Europa…”; Alessandro Dumas padre nel 1835 scrive:” Il Teatro San Carlo è una splendida cosa in una serata di gala…è una profusione di diamanti di cui non si ha idea in Francia, sono gli occhi italiani che scintillano come diamanti…è il popolo…se non nella più bella almeno nella più grande sala del mondo.”

Infine la testimonianza più nota, quella di Stendhal, che il 12 gennaio 1817 racconta:” Finalmente il gran giorno: il Teatro San Carlo riapre i battenti. Grande eccitazione, torrenti di folla, sala abbagliante…La prima impressione è d’esser piovuti nel palazzo di un imperatore orientale. Gli occhi sono abbagliati, l’anima rapita. Niente di più fresco ed imponente insieme, qualità che si trovano così di rado congiunte…Entrando la stessa sensazione di rispetto e di gioia. Non c’è nulla in tutta Europa, che non dico si avvicini a questo teatro ma ne dia la più pallida idea…Questa sala ricostruita in trecento giorni, è come un colpo di stato…La sala è in oro e argento, i palchi in azzurro scuro. Un fregio in rilievo – e questo spiega la magnificenza della sala – corre lungo i davanzali dei palchi: torce d’oro riunite in fascio e frammiste a grandi gigli.”

L’ultima definizione è del direttore d’orchestra Riccardo Muti che nel suo orgoglio di essere napoletano ha esclamato dal podio:” È il più bel teatro del mondo.”

1737 – 2022: duecentottantacinque anni dopo il sipario continua ad alzarsi. La storia continua.

Elisabetta Testa

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