“I tre moschettieri” di Paul Chalmer, nuova produzione

E’ tutto pronto per il debutto del balletto I tre moschettieri, in scena al Dvořák Theatre di Ostrava, nella Repubblica Ceca, il 23 marzo 2017. A firmare la coreografia di questa nuova produzione che coinvolge la compagnia NDM è Paul Chalmer, canadese di nascita, già meraviglioso ballerino e partner di stelle come Carla Fracci ed Eva Evdokimova, oltre che coreografo di profonda sensibilità.
Com’è nata l’idea di un balletto su una delle storie più popolari?
Il racconto popolare de I tre moschettieri di Alexandre Dumas padre è stato raccontato in innumerevoli versioni. Per generazioni, film, spettacoli, operette e balletti hanno permesso al pubblico di seguire le avventure di questi soldati coraggiosi facendo di loro delle icone nell’immaginario collettivo. Ho letto per la prima volta il libro quando ero a scuola e mi sono sorpreso di quanto mi fosse piaciuto leggerlo di nuovo per preparare il balletto. Come molti dei personaggi di Dumas I tre moschettieri ha dei prototipi di persone che sono realmente vissute all’inizio del XVII secolo, ho anche letto altri romanzi storici come Raison Souveraine di Karin Hann che parla della vita di Anna d’Austria e altre biografie storiche di Luigi XIII e del cardinale Richelieu per avere ulteriori punti di vista sulle loro personalità e sul periodo in cui vivevano.
Quale parte della storia ha sviluppato di più?
Poiché il romanzo storico è diviso in cinque parti e racconta una storia molto complicata e un po’ improbabile, con moltissimi personaggi e sottotrame, è stato necessario essere selettivi.  Con lo scrittore e critico di danza Wiebke Huester abbiamo stabilito una linea narrativa chiara che include le situazioni più drammatiche che si possano esprimere attraverso il linguaggio della danza. Il balletto avrà a che fare con la prima parte del romanzo in cui d’Artagnan arriva a Parigi, incontra i moschettieri e si innamora di Costanza, vedremo anche d’Artagnan e i moschettieri in una pericolosa missione verso l’Inghilterra dove dovranno salvare l’onore della regina Anna, ritrovando i suoi diamanti rubati. Il ritmo dei due atti è stato creato contrapponendo i momenti più romantici e lirici delle due principali storie d’amore del balletto con le avventure più avvincenti dei moschettieri, seguendole mentre trovavano la loro via tra gli intrighi politici e la corruzione della corte di Luigi XIII all’inizio del XVII secolo.
Da che cosa si è lasciato ispirare?
Dalla storia che ha certamente influenzato la coreografia di questo nuovo balletto. I passi attuali sono lo strumento usato per articolare la trama e permettono di renderla comprensibile al pubblico.
Lei ha ballato nella compagnia di John Cranko e ha lavorato con i più grandi maestri del repertorio neoclassico da John Neumeier a Kenneth MacMillan e poi Jiří Kylián, Uwe Scholz, George Balanchine e William Forsythe, le avranno lasciato un segno, un’impronta o no?
Come ho fatto per la produzione di Cenerentola in scena ad Ostrava nel 2015 la coreografia de I tre moschettieri è basata sul linguaggio del balletto classico e sulla sua tecnica ma tende a proporre un linguaggio del corpo più naturale come mezzo di espressione narrativa, evitando la tradizionale pantomima per raccontare la storia. Certamente sono stato influenzato, nel mio lavoro di coreografo, dai balletti dei grandi coreografi con cui ho avuto la fortuna di ballare in passato.
E la musica?
E’ stata composta da un compositore ceco, Jan Kučera. Quando mi è stato chiesto di creare una nuova versione del balletto per il NDM la mia prima preoccupazione è stata la colonna sonora. Non ne esisteva una ufficiale per il balletto e sono molto grato per questa eccitante possibilità che mi ha permesso di lavorare con una musica che è stata commissionata proprio per questa occasione. La nostra collaborazione è iniziata quando ci siamo conosciuti a Praga all’inizio dell’estate del 2016, da allora ho continuato a collaborare con Jan Kučera attraverso internet per portare avanti le nostre idee e completare la musica per il balletto.
Per quanto riguarda le scene?
Ho creato un visual concept per evocare l’atmosfera di Parigi agli inizi del XVII secolo usando un set semplice che rappresenta una tipica architettura di quel periodo. Sono state dipinte sul tulle delle immagini, quasi trasparenti, mentre altre immagini verranno proiettate, usate per indurre ad immaginare le varie locations della storia. Il palcoscenico del Dvořák Theatre è relativamente piccolo e dunque ho provato a tenere la scena minimale, essenziale, per lasciare ai ballerini il massimo spazio per il movimento.
Questa non è la prima volta che lei lavora con il NDM…
Facendo il casting e creando questa nuova versione de I tre moschettieri ho provato a capitalizzare l’incredibile energia dei danzatori e ho puntato l’accento sull’entusiasmo e sulla diversità delle molteplici e forti personalità. I personaggi di Dumas sono chiaramente disegnati, definiti e quindi ho provato a far corrispondere il più possibile il disegno letterario con la personalità dei ballerini.
Il processo creativo è un flusso profondo, la mia visione è cresciuta costantemente ed era in continua evoluzione mentre lavoravo con i ballerini.  Usavo la loro energia e la loro personalità per cercare un linguaggio corporeo necessario per sviluppare i personaggi nelle situazioni previste dalla storia. È impossibile per me entrare in una sala con una visione già completamente pronta, perché l’interazione tra esseri umani, durante un processo creativo come questo, può alterare tutto quanto ad ogni prova. Bisogna essere adattabili e pronti a riconsiderare un concetto o un’idea in ogni momento, l’istinto di un danzatore o l’errore occasionale di un ballerino possono portarti ad una nuova idea che non avevi considerato prima.
Sono state difficili le scene dei duelli?
Uno dei fattori più importanti nel creare questo nuovo balletto è stato fare in modo che i danzatori imparassero una corretta tecnica di scherma, per rendere le scene di duello più credibili la cosa più importante è la sicurezza dei danzatori. Sono molto grato di avere avuto l’aiuto dei maestri di scherma Peter e Ivan per la mia coreografia. I ballerini del NDM hanno iniziato a studiare molte settimane prima del mio arrivo ad Ostrava dopo di che abbiamo lavorato insieme per cercare di integrare in modo verosimile balletto e tecnica di scherma.
Non vedo l’ora di guardare la scena, col disegno luci, i costumi, nella prova generale prima che il sipario si apra il 23 marzo!
Elisabetta Testa
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