Teatro Nuovo di Napoli – MM Contemporary Dance Company in “Love Poems”

Sotto il titolo LOVE POEMS  la MM Contemporary Dance Company presenta al Teatro Nuovo di Napoli (ore 21.00) una serata composta da tre coreografie di grande fascino: DUETTO INOFFENSIVO di Mauro BIGONZETTI, il nuovo lavoro del coreografo spagnolo Thomas NOONE dal titolo BRUTAL LOVE POEMS, e il pluripremiato LA META’ DELL’OMBRA (nella foto di Roberto Pia), intenso brano di Michele Merola, direttore della compagnia.

I tre lavori sono interpretati da 6 danzatori della MMCDC, realtà di eccellenza della danza italiana, con una consolidata attività di spettacoli su tutto il territorio nazionale.

Le coreografie della serata, unite dal comune denominatore di una spiccata musicalità, sono caratterizzate da una forte implicazione tanto interpretativa quanto tecnica, che metterà in luce la versatilità stilistica e la straordinaria bravura dei danzatori della compagnia.

PROGRAMMA

DUETTO INOFFENSIVO                       

estratto da “Rossini Cards”

coreografia: Mauro Bigonzetti

musica: Gioacchino Rossini

assistente alla coreografia: Roberto Zamorano

luci: Carlo Cerri

costumi: Helena De Medeiros

interpreti: Emiliana Campo, Fabiana Lonardo

Un duetto appassionato e intenso, a firma di Mauro Bigonzetti: nelle due donne in scena c’è condivisione, intesa, ma anche disaccordo, e ritroviamo condensati i caratteri e le storie di più personaggi femminili. Dal loro incontro, in un ripetersi e alternarsi continuo di complicità e conflitto, ne nasce uno scambio di energie, sentimenti ed emozioni legate alle delusioni d’amore.

BRUTAL LOVE POEMS                                

coreografia: Thomas Noone

musica: Jim Pinchen

luci: Thomas Noone

costumi: Enrico Morelli

interpreti: Dylan Di Nola, Matilde Gherardi, Annalisa Perricone, Giuseppe Villarosa

“Ti amo così tanto da star male. Spero che anche tu soffra quanto me …”

Crudo e dinamico, Brutal Love Poems esplora il lato “selvaggio” che nascondiamo dentro di noi e che si rivela solo nei momenti più intimi. In qualche modo questa rivelazione, del nostro essere più primordiale, terribile e brutale, si manifesta forse sempre e solo davanti a chi è più vicino a noi, alla persona che amiamo.

Un’opera astratta, non narrativa, in cui la risonanza dei movimenti echeggia e si combina per formare un tutto, cercando di intrattenere, provocare e sedurre.

– intervallo –

LA METÀ DELL’OMBRA

Coreografia: Michele Merola

Musica: Johann Sebastian Bach, Geert Hendrix, Senking

Light design: Cristina Spelti

Costumi: Carlotta Montanari

Interpreti: Dylan Di Nola, Mario Genovese, Nicola Stasi, Giuseppe Villarosa

La metà dell’ombra mette in scena un viaggio ideale e impalpabile nella sacralità. La gestualità e la musica ci rimandano al rito, ad un mondo arcaico, perduto per sempre. I danzatori alternano la fisicità del “corpo danzante” con una interpretazione intimistica della parte più spirituale dell’uomo.

“Non c’è mai un momento, nella danza di Michele Merola, in cui la tensione, purissima, e la verità dell’umano sentire del corpo non si esaltino, e non emerga altro che il senso, dolorante, della vita. La danza di Merola giunge sempre dritta al cuore, affilata come un bisturi, senza mediazioni, e manda in fibrillazione molte certezze. Ulteriore e non ultima tappa di questo percorso è La metà dell’ombra. Questa “partitura per corpi maschili”, creata nel 2010, la possiamo considerare un percorso, sensuale e spirituale insieme, che esplora il mistero del sacro racchiuso nei corpi, maschili in questo caso. La coreografia si muove in una tensione continua tra il senso dell’espiazione, espressa con gestualità laceranti, autopunitive, e la speranza della redenzione, della liberazione del e dal corpo. Sono sentimenti contrastanti, disegnati in un rituale collettivo finale teso a cancellare tutto. Ognuno dei quadri, toccanti, e delle danze corali, dinamiche, che inanellano la composizione, punta a siglare e fondere, in un solo ritmo, il qui ed ora della presenza del corpo. Da queste scelte programmatiche, scaturisce un denso fraseggio di danza che conquista per i propri guizzi compositivi, inseriti in una rigorosa poetica di forme, costruite con il gusto sicuro della plasticità e dell’evocazione.” Ermanno Romanelli – Dance News

 

 

 

No Comments

Rispondi