Teatro San Carlo: trionfo della fantasia per “Alice nel paese delle meraviglie”

Un’esplosione di creatività ha caratterizzato la messa in scena, in prima assoluta al Teatro San Carlo, del balletto Alice nel paese delle meraviglie (ph.Francesco Squeglia) nella versione coreografica di Gianluca Schiavoni. La storia si presta a mille soluzioni in cui l’immaginario personale e collettivo può spaziare in lungo e in largo senza soluzione di continuità ma il viaggio avventuroso e pieno di sorprese della bambina curiosa e incantata più famosa delle favole, trova una splendida realizzazione in questa edizione. La grande forza dello spettacolo è certamente l’uso costante di video-proiezioni ideate da Sergio Metalli – un vero maestro del settore – che con mille idee/colori/prospettive/dimensioni/forme/disegni/ingegni e marchingegni di ogni genere è riuscito ad immergere lo spettatore in un mondo di assoluta e totale fantasia. Un mondo popolato di personaggi surreali che però sotto sotto richiamano alla realtà, basti pensare al Bianconiglio – interpretato da Salvatore Manzo con grande agilità, linee perfette e giri vorticosi – che ci ricorda l’inesorabile scorrere del tempo. Gli splendidi costumi di Simona Morresi, dal cromatismo sgargiante unito a rara inventiva nella caratterizzazione dei vari personaggi, sono uno stupore continuo e un vero piacere per gli occhi.

La vicenda di Alice, interpretata da Alicia Amatriain (Luisa Ieluzzi nel secondo cast, abbagliante nella bellezza e forte e sicura di sé nella tecnica) è fedele al testo che Lewis Carroll, pseudonimo dello scrittore inglese, reverendo Charles Lutwidge Dodgson, infaticabile inventore di giochi, indovinelli, rompicapo nonché timido ed eccentrico docente di matematica pura a Oxford, scrisse nel 1865. Una storia per bambini, dunque, ma che non ha mai smesso di affascinare gli adulti perché la curiosità, si sa, non ha età. Nel ruolo di Alice (lo confessa ridendo a crepapelle durante la conferenza stampa) Alicia Amatriain, spagnola di San Sebastian e prima ballerina del balletto di Stoccarda – pluripremiata in giro per il mondo – si sente a proprio agio visto che hanno anche lo stesso nome…E’ un’artista impeccabile, sia per la precisione tecnica che per la forza espressiva che infonde al personaggio, una bella prova di resistenza dal momento che è in scena dall’inizio alla fine dello spettacolo senza interruzione e con le sue linee infinite allunga e allarga lo spazio scenico. La coreografia di Gianluca Schiavoni è ricercata, ben costruita, fluida e dinamica, in uno sforzo encomiabile che non ha momenti vuoti durante lo spettacolo. Tanti i personaggi singolari, dal Cappellaio Matto di Carlo de Martino, guizzante e scombinato, al Brucaliffo sensuale e avvolgente di Edmondo Tucci e poi la bella Lepre Marzolina di Sara Sancamillo e la presenza buffa di Pinko Panko e Panko Pinko di Stanislao Capissi e Francesco Lorusso, e poi ancora la Rana allegra di Candida Sorrentino, il pesciolino di Danilo Notaro dalle linee armoniose e la leggerezza della Libellula Claudia D’antonio, solo per citarne alcuni. Possente e vigoroso il Fante di cuori di Alessandro Staiano e cattiveria da manuale per Annachiara Amirante nel ruolo della perfida Regina di cuori il cui pensiero ossessivo è quello di tagliare le teste a chi non obbedisce ai suoi ordini. Un crescendo di colpi di scena sottolineato dalla scelta delle musiche, dirette dal maestro Alberto Nanetti, assolutamente vincente: Čajkovskij per il primo atto, tutto materiale inedito per la danza tranne due o tre brani, e Chačaturjan per il secondo. Le scene di Andrea Tocchio hanno avvolto tutta la compagnia del Teatro San Carlo – diretta con entusiasmo instancabile da Giuseppe Picone, con la partecipazione degli allievi della Scuola di Ballo diretta da Stéphane Fournial – che ha lavorato con il consueto impegno e grande determinazione. I lunghi applausi finali hanno decretato il successo di uno dei titoli più rappresentati nella storia del cinema, da Walt Disney a Tim Burton, e non solo, nel segno della fantasia. Uno degli elementi fondamentali dell’arte e della vita.

Elisabetta Testa

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