Agora Coaching Project presenta “Made in Italy 19.0” al Teatro Asioli di Correggio (Reggio Emilia)

Mercoledi 20 Dicembre alle ore 21 presso il Teatro Asioli di Correggio andrà in scena la danza con Made in Italy 19.0. Protagonisti i danzatori di Agora Coaching Project, progetto di alto perfezionamento nella danza promosso e sostenuto dalla MM Contemporary Dance Company e dall’A.S.D Progetto Danza di Reggio Emilia con a direzione artistica di Michele Merola ed Enrico Morelli.
Giunto alla sua ottava edizione, il corso ormai sta ottenendo pieno riconoscimento nel mondo della danza europea e vanta collaborazioni con docenti e coreografi di fama internazionale. Tanti nomi illustri si sono susseguiti in questi sei anni di lavoro, portando i ragazzi che hanno partecipato a questo progetto a danzare in compagnie internazionali. Il corso nasce infatti con la specifica intenzione di far incontrare i giovani danzatori selezionati con affermati coreografi di differente orientamento stilistico. Da questi incontri nascono gli spettacoli “Made in Italy“, contenitore in costante evoluzione dove trovano spazio di espressione i diversi coreografi ospiti del corso.
Nella serata verranno presentate due coreografie ad opera di Ed Wubbe  direttore artistico dal 1992 della compagnia Scapino Ballet di Rotterdam ed Enrico Morelli direttore assieme a Merola del corso e coreografo internazionale.
I danzatori di Agora Coaching Project avranno l’onore di portare in scena la creazione Kathleen coreografata da Wubbe per Scapino Ballet è definita dai critici “la West Side Story” degli anni novanta: un ritratto della condizione di solitudine che affligge l’uomo odierno ed un messaggio di speranza ed ottimismo, il tutto accompagnato dalle note della rockband Godflesh e del compositore tedesco Ruben Stern.
Enrico Morelli invece propone – sulle musiche di Philip Glass, Ran Bagno e Ben Frost – una nuova versione della sua coreografia Stanze dove si accendono le luci e si scoprono le ombre che si nascondono dietro le mura domestiche.
Spiamo le solitudini, ascoltiamo l’incomunicabilità. Osserviamo gli amanti in uno spazio che unisce, separa e circonda.

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